Le formiche sono apparse sulla terra circa 150 milioni di anni fa. Oggi ne esistono 12 mila specie diverse: da quelle lunghe 2 mm a quelle che superano il centimetro. Questi piccoli animaletti così tanto diffusi costituiscono il 50 % di tutti gli insetti. Sembra assurdo, ma è così.
La caratteristica più importante che rende questi imenotteri così interessanti è la loro struttura sociale. Sono organizzate in questo modo:
le regine (femmine fertili)
i maschi
le operaie (femmine sterili)
Di regola, per riconoscere i diversi “status” delle formiche basta prestare attenzione alle dimensioni dell’insetto. Le regine sono infatti più grandi delle operaie seppure esse sono più robuste. I maschi non possiedono ali e hanno occhi molto sviluppati.
Considerando che esistono più di 12.000 specie diverse tutto sommato questi insetti non si differiscono poi molto. Solo le dimensioni variano molto: una regina può arrivare a misurare anche 6 centimetri (la specie a cui mi riferisco è la Dorylus wilverthi).
Le formiche hanno sei zampe e sono provviste di antenne; il colore più comune è il nero, seppure ve ne siano molte colorazioni. Ci sono formiche rosse, arancioni , gialle e verdi.
Il loro apparato digerente è costituito da due sacchi: l’ingluvie e il ventriglio.
Questo imenottero possiede un olfatto molto sviluppato, grazie alle sue antenne. Mentre lo stesso non si può dire della vista dell’animale.
Ciò che molti non sanno è che per difendersi, le formiche secernono dalle ghiandole anali una sostanza odorifera ripugnante, la iridomirmecina.
Anche le formiche emettono dei deboli suoni; gli studiosi pensano per comunicare tra loro.
Come tutti gli imenotteri eusociali (organizzati), determinano il loro sesso attraverso un meccanismo chiamato aplodiploidia. Le femmine si sviluppano da uova fecondate, mentre i maschi da uova non fecondate. Le uova delle formiche non sono protette da involucri e le larve vengono nutrite dalle operai che rigurgitano il cibo per poterle alimentare.
La cura delle piccole formichine è l’attività più importante del formicaio.
Mentre le operaie possono vivere dai cinque ai dieci anni le regine possono vivere anche il doppio. I maschi, invece, muoiono dopo l’accoppiamento.
Una curiosità: Le operaie, pur essendo sterili, possono deporre delle uova, che però servivano per nutrire le larve.
(continua…)