venerdì, luglio 21, 2017


Le formiche sono incredibili organismi viventi. 


Se presi singolarmente hanno capacità scarsissime, sono estremamente vulnerabili, e possono essere facilmente sopraffatte da qualunque predatore. Ma come è già stato dimostrato ampiamente, in gruppo le formiche sono un super-organismo in grado di essere competitivo con esseri viventi migliaia di volte superiori a loro per dimensioni.


Allontanarsi dalla colonia, quindi, è per le formiche un grosso problema. Perdono il loro vantaggio numerico, diventano vulnerabili e non possono più eseguire il compito per cui sono state messe al mondo.

Le formiche arboricole non fanno eccezione: le loro colonie risiedono su alberi e piante per difendersi dai predatori terrestri, e basano la loro intera esistenza sull'utilità nei confronti della colonia. Ma per alcune la vita non è facile: mancano di armi letali (come quelle delle formiche proiettile) o dell'aggressività estrema di alcune formiche (come le formiche rosse). Come difendersi quindi dai predatori?

Alcune colonie di formiche che vivono nei pressi del canale di Panama hanno sviluppato un meccanismo di difesa insolito: si lanciano dall'albero sul quale vivono per sfuggire ai predatori. Ma per formiche abituate a vivere stabilmente su una pianta, precipitare per terra potrebbe significare non trovare più le tracce di feromoni che possono ricondurle alla colonia. Oltre al fatto che, a terra, ci sono predatori che non aspettano altro che una formica sola ed indifesa. Come superare il problema?

I ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute di Barro Colorado Island hanno studiato le formiche di Panama, ed hanno scoperto che sono in grado di planare, cambiando direzione attraverso le loro zampe posteriori, per poter atterrare sull'albero occupato dalla loro colonia. In sintesi, utilizzano le lunghe zampe posteriori come timoni, per poter decidere la traiettoria della caduta con precisione incredibile.

L'esperimento è stato molto curioso: si è dipinto di smalto bianco alcune formiche, per localizzarle meglio e seguirle durante la caduta, e le si è fatte cadere dall'albero, filmando le loro evoluzioni in aria. Le formiche hanno dimostrato di essere in grado di atterrare sul tronco dell'albero per il 90% delle volte, molto più che un semplice caso.

Le formiche alle quali sono state rimosse le zampe intermedie hanno invece un tasso di successo pari al 70%, mentre quelle private delle zampe posteriori scendono al 40%, facendo pensare che le lunghe zampe posteriori abbiano una funzione determinante nel modificare la traiettoria di caduta.

Le zampe-timone infatti terminano con un segmento appiattito, differente dalla struttura delle zampe "normali", e che rende queste formiche in grado di cambiare direzione durante il volo.


Sono in grado di compiere virate di 180 gradi durante la planata, anche se capovolte; sono addirittura in grado di percorrere una traiettoria a spirale che le porta verso il tronco dell'albero. Sembra che per capire quale sia la loro direzione queste formiche sfruttino le proprie zampe anteriori come "mirino", interpretando la loro posizione durante la caduta e facendo le opportune correzioni di rotta.

E non finisce qui: se queste formiche si sentono sotto attacco, sono in grado di rilasciare un feromone che avverte gli altri membri della colonia di lanciarsi dall'albero.

Dato che queste formiche hanno elaborato questa insolita strategia per evitare l'attacco di predatori, è facile pensare come abbiano dovuto evolvere parallelamente un meccanismo che le consenta di non privare la colonia di elementi utili. Se tutte si lanciassero dall'albero senza la possibilità di poter tornare al nido e correndo il rischio di finire nello stomaco di un predatore, la colonia sarebbe spacciata e destinata ad esaurirsi in poco tempo.

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