Gli occhi delle formiche si comportano come una macchina fotografica che immortala nel cervello una “veduta” di riferimento.
Un articolo pubblicato su Galileo.net ci parla di questa caratteristica peculiare delle formiche.
Due biologi inglesi hanno scoperto come le comuni formiche del legno (gen. Camponotus o Crematogaster) si orientano nello spazio: “scattando delle istantanee” dei punti di riferimento.
Una soluzione semplice ed efficace che potrebbe trovare applicazione nella robotica.
Simon Judd e Tom Collet, dell’Università del Sussex in Inghilterra, hanno collocato un cono nero a una certa distanza da un mucchietto di zucchero e hanno osservato il comportamento delle formiche consentendo loro di uscire dal nido una alla volta.
Si sono così accorti che, una volta trovato lo zucchero, la formica tornava al nido attraverso uno strano percorso, fermandosi e voltandosi spesso in direzione dello zucchero e del cono.
Per raggiungerlo di nuovo, poi, percorreva il medesimo tragitto, verificando ogni volta le “vedute” del cono rilevate in precedenza e cercandone di nuove, per rendere più veloci i viaggi successivi. Le formiche, spiegano i ricercatori, non sono in grado di muovere gli occhi nelle orbite, e questo consente di stabilire con esattezza ciò che vedono dal punto in cui si trovano.
Il loro sistema visivo è molto semplice e gli permette di riconoscere un oggetto solo se lo guardano dalla stessa prospettiva e distanza.
Questi insetti quindi, pur dotati di un cervello molto piccolo, utilizzano un sistema di orientamento relativamente evoluto che, suggeriscono Judd e Collet in un articolo pubblicato su Nature, potrebbe essere comune ad altre formiche e tipi di insetti che vivono in comunità.
Per la sua semplicità ed efficacia, questo metodo potrebbe trovare applicazione anche negli studi sull’Intelligenza Artificiale: emulare le capacità di api e di formiche appare infatti agli scienziati una strada più praticabile, per il momento, che cercare di riprodurre la complessa struttura della mente umana.