martedì, agosto 07, 2012



Le formiche argentine (Linepithema humile) sono ormai da tempo note per la loro capacità di colonizzare ogni parte del pianeta. La loro super-colonia, che conta miliardi di operaie e 33 diverse popolazioni, si estende su tutti i continenti, mettendo a serio rischio la sopravvivenza delle formiche native.

Le formiche invernali (Prenolepis imparis), in grado di tollerare molto meglio le temperature invernali rispetto ad altre formiche, fanno parte delle formiche a rischio. Ma, al contrario di altre specie, sono state in grado di sviluppare una forma di difesa apparentemente efficace per proteggersi dall'invasione delle formiche argentine.

Deborah M. Gordon, biologa dell'Università di Stanford, ha infatti scoperto che alcune colonie di Prenolepis imparis hanno sviluppato la capacità di produrre veleno proprio per contrastare l'avanzata delle formiche argentine.

"Se si vive nel Mediterraneo, la formica argentina è quella che trovate nella vostra cucina" dice Gordon. "Queste formiche, una volta insediatesi, eliminano tutte la altre formiche native".

La scomparsa delle formiche native mette in serio pericolo l'intero ecosistema. Alcune specie si sono infatti adattate a nutrirsi di semi, contribuendo alla diffusione di alcune piante in nuove aree. Senza queste formiche, anche diverse specie vegetali avrebbero problemi di sopravvivenza.

La marcia di conquista delle formiche argentine è ancora più preoccupante se si condisidera che in California sono considerate una specie infestante, non solo per la loro capacità di distruggere alcune colture, ma anche per favorire la diffusione di afidi che si nutrono della linfa delle piante e forniscono loro nutrimento.

Gli afidi sono proprio la materia di contesa tra formiche argentine e formiche invernali. Anche le seconde proteggono e sfruttano gli afidi per ottenere nutrimento, e la mancata condivisione delle risorse, in aggiunta all'estrema aggressività delle argentine, ha scatenato un conflitto tra specie.

Gordon e il suo team volevano studiare la reazione delle formiche native nei confronti dell'invasione delle argentine. "Stavamo osservando le entrate delle colonie di formiche invernali, ed un giorno c'erano queste formiche che svolgevano il loro lavoro di raccolta di cibo e di creazione di tracce, un comportamento tipico delle formiche" spiega Lea Kuritzky, co-autrice della ricerca.

"Il giorno dopo, siamo tornati e l'entrata era piena di formiche argentine. C'erano formiche morte sparse ovunque, e infuriava una grossa battaglia di fronte alle entrate del nido". Durante la lotta, è stato notato che le formiche native erano in grado di secernere un liquido biancastro dal loro addome: l'analisi chimica ha mostrato che parte della secrezione consiste in un tipo di idrocarburo utilizzato da molti insetti sociali per distinguere un amico da un nemico, ma che allo stesso tempo aveva l'ulteriore effetto di uccidere le formiche argentine.

Non si sa ancora quale composto chimico possa risultare così letale per le formiche argentine, ma una singola e minuscola goccia della secrezione delle Prenolepis imparis è capace di uccidere una formica argentina nel 79% dei casi.
Le formiche sembrano utilizzare questa secrezione solo in situazioni di emergenza, come per difendere la regina o quando si trovano in inferiorità numerica rispetto agli aggressori.

"E' il primo caso ben documentato in cui una specie nativa resiste con successo alle formiche argentine" dice la Gordon. "All'inizio non potevo crederci. Questo è un gruppo di formiche che non ha pungiglioni, e non le si vede agire con aggressività, ma i miei studenti sono stati in grado di mostrare molto chiaramente che non solo le formiche invernali usano il veleno, ma quando lo usano, come lo usano e quale sia l'impatto dell'utilizzo di questa sostanza".


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