Morfologia e riconoscimento
Le potenziali future regine (femmine fertili) sono provviste generalmente di ali
(almeno fino al volo nuziale, perché dopo la fecondazione, accingendosi a un regime
di vita relegato in un nido e dedito alla ovideposizione, perdono le ali che sarebbero
da allora in poi un inutile ingombro). Anche i maschi adulti sono alati.
Le operaie e gli eventuali soldati sono costantemente privi di ali. Operaie e soldati
all’interno di una stessa specie possono presentare tra di loro ulteriori differenziazioni
morfologiche (dimensionali).
Generalmente le femmine fertili e i maschi sfarfallano annualmente nei nidi in modo
sincrono ed escono dai nidi, compiendo sciamature nel corso delle quali, in volo,
hanno luogo anche gli accoppiamenti. Maschi e femmine fertili sono comunemente
chiamati “formiche alate”.
Le formiche che con maggior frequenza incontriamo nei nostri ambienti, anche negli
interni, sono però le operaie, dall’aspetto inconfondibile: testa grande e liberamente
mobile, con lunghe antenne genicolate e apparato boccale masticatore dotato di
robuste mandibole; torace piccolo, con zampe lunghe e sottili atte alla corsa;
addome ovoidale globoso, collegato al torace per mezzo di un peduncolo formato da
uno (pezìolo) o due (pezìolo e postpezìolo) segmenti addominali molto piccoli, di
aspetto nodoso o a scaglia. La lunghezza delle operaie nelle più comuni specie
nostrane dell’ambiente antropico e urbano è inferiore al centimetro o al massimo lo
supera di poco, ad esempio nel genere Camponotus, le grosse formiche del legno
(fig. 1). Il colore del corpo è piuttosto omogeneo, a seconda delle specie va dal
giallognolo al ferrugineo (“formiche rosse”), al bruno chiaro o scuro, al nero, per lo
più senza variazioni di colore da una regione all’altra del corpo (una comune
eccezione è la formica Cremastogaster scutellaris, nera lucente con testa rossastra,
nidificante soprattutto nel legno degli alberi, ma talora anche nei muri, e diffusa