venerdì, ottobre 20, 2017


Anche le regine svolgono i mestieri di casa. 

Almeno quelle delle formiche, che tengono in ordine il nido smembrando e seppellendo i cadaveri delle compagne con cui hanno fondato una nuova colonia. Ad annunciarlo sono i biologi dell'Institute of Science and Technology Austria a Klosterneuburg attraverso un articolo pubblicato sulla rivista BMC Evolutionary Biology.




Gli insetti sociali vivono in comunità affollate, dove il rischio di ammalarsi è estremamente elevato. La sepoltura è perciò un comportamento diffuso: i cadaveri sono rimossi o in qualche modo confinati per mantenere il nido pulito. "Per esempio, le api lasciano cadere fuori dall'arnia i corpi mentre le termiti molto spesso se ne cibano" spiega Christopher Pull, oggi all'Università di Londra. "Le formiche approntano invece dei cimiteri, che possono essere esterni oppure ospitati in camere speciali all'interno del formicaio".

In una società organizzata rigidamente, dove il benessere della comunità viene prima di quello dell'individuo, queste mansioni ad alto rischio di contagio sono svolte dalle operaie. "In una colonia matura le regine sono dedite unicamente alla deposizione di uova: non aiutano mai le operaie in compiti rischiosi" prosegue Pull. Esiste tuttavia una fase della vita nella quale le regine sono spogliate di quell'immunità sociale che normalmente le protegge: l'abbandono del formicaio natale per fondarne uno proprio, caratterizzato da un elevato tasso di mortalità.




"Finché non nascono le prime operaie, le regine sopravvivono consumando le riserve di grasso e i propri muscoli. Spendere risorse per combattere un'infezione potrebbe influenzare il loro successo riproduttivo e quello dell'intera colonia" chiarisce il biologo. Per verificare come l'esposizione a un patogeno influisca sulle scelte delle regine e al contempo comprendere se in questa circostanza esse minimizzino in qualche modo il rischio, i ricercatori hanno riprodotto in laboratorio la fondazione di una nuova colonia.

La scelta della specie è caduta sulla formica nera dei giardini (Lasius niger), caratterizzata dalla convivenza di più regine che talora possono fondare in coppia una nuova colonia: prima di iniziare la batteria di esperimenti, una delle due cofondatrici è stata infettata con un patogeno fungino letale.


Gli autori hanno osservato che se la coppia condivideva un'unica camera, il 74% delle regine sopravvissute avrebbe fatto a pezzi la cofondatrice, seppellendone le membra nel 67% dei casi. Nel caso in cui la coppia fosse deposta in un nido aperto con più camere, il 78% delle sopravvissute avrebbe rimosso la regina morta dalla camera di nidificazione, mentre le rimanenti avrebbero smembrato e quindi seppellito il cadavere. Le analisi hanno rivelato che mentre l'allontanamento del cadavere non comportava alcuna riduzione significativa della mortalità, il seppellimento aumentava la sopravvivenza di sette volte. "Siamo rimasti sorpresi nel constatare che comportamenti complessi e pericolosi garantiscano in realtà una minore probabilità di contrarre infezioni" commenta Pull. "Capire come le regine raggiungano questa flessibilità, che le spinge a svolgere mansioni da operaie, è una sfida emozionante: dipende dalla presenza delle operaie oppure da un cambiamento a livello cerebrale?".


La risposta potrebbe non avere risvolti solo per la comprensione dell'immunità sociale negli insetti. Le inquiline di formicai e alveari sono esposte a condizioni in fin dei conti non molto diverse da quelle che sperimentiamo ogni giorno nelle nostre città. "Gli animali sociali hanno maggiori probabilità di ammalarsi rispetto agli altri, eppure non muoiono così di frequente. È evidente che vivere in gruppo comporti numerosi benefici: le formiche possono aiutarci a capire quali soluzioni abbia adottato l'evoluzione per aggirare un problema che riguarda anche gli esseri umani" conclude Pull.

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